Le cellule staminali del midollo osseo, se iniettate direttamente nel torrente circolatorio, possono aumentare le capacità di movimento e guarigione in ratti con danni al midollo spinale. Dal modello di ratto l'anno scorso si è passati a dei trial sugli esseri umani, i quali hanno sancito una vera e propria svolta, per lo meno dal punto di vista degli enti regolatori giapponesi.

"Ci stiamo impegnando affinché il governo giapponese approvi un'applicazione clinica di questo approccio"

spiega Osamu Honmou, professore e capo del Dipartimento di Medicina Neurale Rigenerativa alla Sapporo Medical University School of Medicine.

Il progetto di ricerca ha le sue radici in degli esperimenti sui roditori condotti 25 anni fa da Honmou e colleghi, i quali coinvolgevano l'utilizzo di cellule staminali mesenchimali (MSCs) prelevate dal midollo osseo. Il lavoro terminò nel 2010, con un report che mostrava come le MSCs di ratto, quando iniettate nella vena della gamba di un altro ratto avente un danno al midollo spinale, avrebbe potuto migliorare le funzioni motorie degli arti posteriori del ratto malato.

Questa fu la prima prova del beneficio della somministrazione intravenosa. Studi precedenti del team di Honmou ed altri hanno riportato dei benefici simili, ma solo a seguito di iniezioni dirette nel midollo spinale - che è ovviamente una via di somministrazione più pericolosa e complessa da sfruttare.

Jeffrey Kocsis, uno stretto collaboratore di Honmou sin dai suoi studi a Yale (Yale School of Medicine, negli USA), mostrò successivamente che le MSCs iniettate riducono le perdite dei vasi sanguigni all'interno del midollo spinale danneggiato, oltre ad altri meccanismi protettivi che non sono qui riportati per brevità.

Nel 2016, Honmou e la Sappor Medical University di Masanori Sasaki pubblicarono dei risultati in cui si dimostrava come la terapia con MSC funzionasse persino a distanza di mesi dal momento del danno iniziale al midollo spinale nei ratti.

"Questo studio ci ha aiutati a facilitare la trasposizione in clinica di questo approccio agli stadi clinici cronici del danno al midollo spinale."

afferma Sasaki, aggiungendo come peraltro quasi non esistano terapie alternative approvate per le persone che mostrano questo tipo di lesioni al midollo. Il "quasi" è dovuto al fatto che alcune terapie sono state approvate, ma sono molto poche, molto poco efficaci e solo per persone che hanno riportato il danno nei giorni subito precedenti alla somministrazione delle cure. Nel 2013 Honmou ed il chirurgo ortopedico Toshihiko Yamashita lanciarono un trial alla Sapporo Medical University per testare l'efficacia e la sicurezza dell'utilizzo delle MSCs del paziente stesso - che aveva già riportato danni spinale ma che fosse ancora nel periodo acuto o sub-acuto - che veniva sottoposto alla terapia.

"Abbiamo un solo centro che si occupa di preparare queste cellule per i nostri studi in maniera rigorosa ed efficiente", sottolinea Honmou. "È importante perché in alcuni studi la preparazione delle cellule tra pazienti differenti non viene descritta in maniera sufficientemente completa e questo potrebbe condurre sul lungo periodo a risultati inconsistenti."

Gli studi preclinici e clinici stanno "procedendo molto bene", dice Kocsis, che ha visitato Sapporo spesso durante il proprio corso di studi. Conclude:

"Il potenziale terapeutico dell'approccio offre prospettive molto eccitanti."


Fonti:

Translational Research Center for Medical Innovation

Cover: MRI di una lesione spinale (Wikimedia Commons)