Zynteglo è una terapia genica rivolta ai pazienti che necessitano di frequenti trasfusioni di sangue a causa di una malattia rara nota come beta-talassemia o anemia mediterranea.

Delle due, la prima denominazione descrive un po' meglio la biochimica alla base della patologia stessa, poiché nei pazienti affetti vi sono delle variazioni strutturali sulle catene beta dell'emoglobina che risultano essere altamente disfunzionali, quindi il malato ha classicamente bisogno di trasfusioni frequenti al fine di integrare l'emoglobina funzionale.

L'idea alla base di Zynteglo è quella di reintegrare dei geni che codifichino per una beta-globina non corrotta direttamente nelle staminali presenti nel midollo osseo del paziente, cosicché quest'ultimo non debba più necessitare di trasfusioni per tutta la vita. Il processo, come solitamente accade con le terapie geniche, è piuttosto laborioso:

  • prevede innanzitutto il prelievo delle staminali dal sangue del paziente;
  • dopodiché un vettore virale ( lentivirus ) è impiegato per introdurre il gene funzionale che codifica per la beta-globina;
  • le staminali del paziente, ora alterate, vanno infine somministrate, cosicché possano raggiungere il midollo osseo e tornare ad esercitare la propria funzione attivamente.

La terapia ha ricevuto un'autorizzazione condizionata da EMA nel maggio del 2019 e da allora solo un paziente è stato curato con Zynteglo al di fuori degli studi clinici. A causa dell'evidente scarsità di dati ed al fatto che questo è l'unico caso di terapia approvata che impiega un lentivirus modificato, risulta piuttosto complesso trarre delle conclusioni definitive sulla sicurezza della terapia, soprattutto sul lungo periodo, visto che vengono alterate le staminali del paziente. La preoccupazione principale riguardava il potenziale coinvolgimento del vettore virale nello sviluppo di cancro, in particolar modo della leucemia mieloide acuta (AML), a causa dei risultati ottenuti in un trial clinico di un altro farmaco sperimentale che prevede l'uso di lentivirus per il trattamento dell'anemia falciforme.

Il comitato di sicurezza di EMA ha però escluso che possano esservi correlazioni tra l'impiego del vettore e l'insorgere della leucemia. La review conclude ipotizzando che sia più probabile che alla base dell'aumento dell'incidenza di AML nei pazienti in studio ci fosse la stessa condizione patologica di partenza e non l'impiego del farmaco.


Fonti:

Rendering dell'emoglobina ottenuto dal sottoscritto con VMD, poi modificato con GIMP. Struttura ottenuta con diffrazione a raggi X, link al PDB.