In occasione della giornata mondiale delle donne nella scienza, ho pensato di dedicare qualche riga alla figura di una cristallografa neozelandese, June Sutor, che per prima formulò l'ipotesi dei legami C–H⋯O.

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June Sutor

Nel 1962 e nel 1963, Sutor pubblicò in solitaria due paper in cui descriveva la formazione di legami ad idrogeno in cui il donatore di idrogeni non era, come di consueto, un atomo fortemente elettronegativo, ma il carbonio (elettronegatività simile ad H). Sutor spiegava:

"a C–H group that is activated by groups promoting ionisation or partial ionisation can also take part in hydrogen-bond formation.’"

Jerry Donohue, noto cristallografo statunitense, rigettò con forza le conclusioni di Sutor, parlando di problemi nei suoi dati, poiché questi suggerivano una distanza interatomica di 3Å, mentre secondo i calcoli teorici fondati sui raggi di van der Waals di quel periodo storico, la distanza consentita sarebbe stata di 3,4Å. Il nome di Donohue era legato alla doppia elica di Watson e Crick, nella scoperta della quale aveva avuto un ruolo importante, quindi la sua opinione pesava parecchio.

Secondo Sutor, comunque, la distanza era accettabile perché delle anomalie si osservavano anche nei cristalli di alcune purine (anche lì si constatava una distanza inferiore al previsto), ma Donohue prese poco sul serio queste ipotesi, stroncando la ricerca. Per anni, quindi, ogni tentativo di recuperare l'ipotesi di legami a idrogeno C–H⋯O rimase nell'ombra o fu apertamente criticato. Ulteriori prove della sua fondatezza arrivarono solo nel 1984 dallo studio di Robin Taylor ed Olga Kennard, cristallografa già nota per aver fondato il Cambridge Crystallographic Data Centre (CCDC).

A chi desiderasse approfondire, consiglio questo articolo di ChemistryWorld

(o, anche, un piccolo racconto che ho scritto giocosamente qualche hanno fa)